Ristoranti, enoteche, pub e sushi bar: sono ben 154 i locali che, negli ultimi tre anni, hanno aperto i battenti nel centro storico della Città Eterna. Nulla di strano se non che nel I Municipio esiste ormai da tempo il blocco delle licenze. Unica possibilità per chi vuole lanciarsi in attività commerciali è, dunque, riacquistare la concessione da qualche negoziante che ha deciso di cambiar rotta.Eppure, l'elenco delle nuove imprese fotografa una situazione ben diversa: tra il 1 gennaio 2003 e il 30 marzo 2006, la preziosa zona capitolina ha registrato un incremento di oltre 100 locali solo nel settore della ristorazione.Insomma, nonostante caos, traffico e mancanza di parcheggio, il valore commerciale del cuore dell'Urbe continua ad aumentare. Ma quali sono le zone che hanno più arricchito la loro offerta enogagastronomica? La mappa non è granchè estesa: si va dall'antico Rione Monti a Campo de' Fiori, passando per il Pantheon e Piazza Navona. Qui è tutto un susseguirsi di tavolini, fioriere, insegne e menu in bella vista. Se lo spettacolo incanta i turisti, meno entusiasmo si respira, invece, fra ristoratori e commercianti costretti a fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita.Ma cosa ne pensano i diretti interessati? RomaOne è andata in giro per il centro della Capitale e ha chiesto ai commercianti come vanno gli affari.Siamo partiti dal quartiere che gravita attorno alla Chiesa di Santa Maria ai Monti: uno dei più antichi borghi dell'Urbe, oggi zona di culto del vivere "by nignt" romano. Lungo le strade strette e aggrovigliate, sono tantissimi i locali che ogni sera accolgono un pubblico variegato. "Siamo in tanti, è vero. Io sono qui da 18 anni e ho visto aprire e chiudere moltissime attività". Ci ha detto il proprietario de "La Tavernelle", storico ristorante in via Panisperna. E poi ha aggiunto: "Si tratta, però, sopratutto di trasferimenti di licenze. Il vero problema è semmai la ZTL : quella sì che ci ha tolto un sacco di clienti!".C'è spazio per tutti anche secondo il gestore della pizzeria "Chicco di Grano" in via degli Zingari: "Più ne siamo e meglio. L'unico problema può venire dal fatto che le licenze sono distribuite in tutto il Municipio, quindi, chi ha una concessione in zona Esquilino o Cavour può chiudere e poi riaprire qui."Basta però girare l'angolo per ascoltare commenti meno entusiasti. La commessa del Panificio di via dei Serpenti in due anni ha visto quasi dimezzata la sua clientela, mentre la fioraia all'incrocio lamenta che "i locali spuntano come funghi e i nuovi sono sempre più strani".Spariscono, insomma, minimarket e fruttivendoli per far spazio a ristoranti etnici, take away e locali in stile giapponese.Più ci si addentra nella zona storica, poi, più i malumori si fanno sentire."Le licenze sono contingendate, è vero - ci ha detto il gestore di "Clemente", ristorante a due passi dal Pantheon - ma la concorrenza negli ultimi anni è aumentata lo stesso. Mi spiegate perché?".Insomma, l'equazione non torna: possibile che a parità di locali la competizione cresca?Un mistero che si aggiunge a quello delle concessioni moltiplicate.
(RomaOne)